giovedì 27 giugno 2013

Ma in che modo possiamo cominciare a vivere dal cuore?

Brano tratto da
Keisha Crowther, Message for the Tribe of Many Colors, Earth Mother Pub., 2011 - pag.104 e 105



Come tutto nella vita, la risposta è abbastanza semplice, ma poiché la nostra mente complica le cose, all'inizio può sembrare difficile.
Per me, essere nel cuore ha a che fare con l'essere presente, non solo al mio ambiente e a ciò che sta di fronte a me ma soprattutto a me stessa, alle mie emozioni e sensazioni, così come emergono, come sono. 
Ci sono diversi insegnanti e percorsi spirituali che descrivono la stessa cosa, forse usando linguaggi diversi, ma comunque essi indicano lo stesso stato dell'essere, che è veramente un tipo di innocenza e apertura alla vita.
Sostanzialmente, quando invito a vivere dal cuore, invito a vivere da un luogo di presenza nel momento, dove la mente non sta comandando lo show. Non sto pensando a tutto quello di cui sto facendo esperienza - lo sto sentendo. Lo sto percependo, senza porre nessuna separazione tra me e ciò che sento, per mezzo di pensieri. 
Usare il cuore, e non la mente, per percepire la realtà implica una connessione tra ogni cosa che vedo, tocco, sento e il mio essere interiore. 
Quando viviamo dal cuore, sentiamo che siamo uno con le altre cose viventi,  con ogni cosa; percepiamo che quello che capita ad una persona, capita anche - ad un certo livello - ad altri, perché noi siamo tutti vivi e fatti di coscienza ed energia. Non siamo realmente separati gli uni dagli altri. Al nostro intelletto questa sembra una forzatura e un modo di percepire decisamente molto diverso da come ci hanno insegnato a vedere la realtà. Eppure tutti noi abbiamo fatto esperienza in qualche modo di questo stato dell'essere, anche se solo per momenti... 
Qualche volta questo stato dell'essere è accompagnato da una contentezza quieta, da un sentimento di grande pace; a volte da un tipo di estasi, da un pura beatitudine di essere vivi; a volte giunge da una marcata consapevolezza di sofferenza, di dolore avvertito proprio in quel momento da altri esseri del pianeta o dal grande mistero dell'esistenza, che include sia la beatitudine che l'agonia e ogni cosa che sta nel mezzo.

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