lunedì 30 settembre 2013

Sulla Vulnerabilità dell'Eroe

La Vulnerabilità rende un personaggio interessante. Una persona vulnerabile è una persona vera, che prova a mettersi in gioco anche in territori sconosciuti.
Una persona non vulnerabile - al contrario - percorre sentieri già riconosciuti dal mondo esterno, non ci prova, resta sempre nel giusto...
Una persona non vulnerabile, quando si manifesta all'occhio esterno, chiama a raccolta tutte le persone che sa per certo essere d'accordo con lei. Cita libri, professori, autori già amati e riconosciuti. E' praticamente impossibile trovare in castagna una persona non vulnerabile.
Una persona vulnerabile - invece - si fida del suo cuore, del suo sentire. E ogni tanto sbaglia. A volte - spero sempre meno - viene derisa. Ma da chi viene derisa?? Ovvio, da chi si sente nel giusto solo in virtù di considerazioni esterne a sé.
Scrivere narrativa è diventare vulnerabile. Per lo meno quando si scrive per migliorarsi, per riconoscersi, per evolvere.
Creare un personaggio che ci prova, che si butta, che si sente inadeguato, che piange, che viene anche umiliato è molto salutare. Il personaggio è un eroe, e ciò che distingue un eroe da un personaggio qualsiasi è la sua capacità di non arrendersi. Nemmeno dopo l'ennesima sconfitta. Un eroe ha paura di esporsi - come tutti - ma lo fa lo stesso perché sente che - altrimenti - la sua vita non avrebbe senso.
E cosa fa in genere un eroe? Esce dagli schemi della massa, affronta lo sbeffeggio degli altri (chi sbeffeggia non è mai da solo, e se è solo chiama a raccolta gli alleati), si smarca dall'autorità prestabilita.
L'eroe è sempre da solo, non chiede a nessuno di sacrificarsi per lui. Ha troppo rispetto per le persone. Ma trova sempre qualche amico - uno o due al massimo - perché dai suoi occhi emana umanità.
Nella Scrittura Evolutiva si creano eroi. E per essere eroi è necessario essere vulnerabili.

Un Abbraccio :)
Simona

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